Pablo Picasso. Storie Naturali e viaggi spirituali

Quarantasei opere dello straordinario Picasso saranno esposte al Marte di Cava de’ Tirreni.

Pablo Picasso, la cui scomparsa risale al 1973, è tra i protagonisti indiscussi del panorama artistico del Novecento. La fase cubista durò all’incirca dieci anni, fino al 1917, anno in cui, anche a seguito di un suo viaggio in Italia, vi fu una svolta nel suo stile.
La permanenza in Italia è durata solo otto settimane, ma è stata fondamentale nell’evoluzione artistica del maestro. Sicuramente la Costiera Amalfitana è stata fonte d’ispirazione, “luogo magico dove la cultura artistica europea ha affinato le sue ragioni e identità”. Da Amalfi all’incantevole panorama di Positano, passando per la caratteristica Ravello, siti in cui colori, tradizioni, paesaggi hanno contribuito allo “sviluppo di questo immaginario disegnando una fenomenologia di esperienze”.

L’esposizione Pablo Picasso e altri viaggiatori, dal sottotitolo Storie naturali e viaggi spirituali è stata promossa dal Marte in collaborazione con il settore Musei e Biblioteche della Provincia di Salerno e con il contributo storico-critico di Marco Alfano. Un vero e proprio viaggio iconografico, che abbatte le barriere di spazio e tempo e che diventa un viaggio spirituale.

La mostra aperta al pubblico il 19 febbraio custodisce quarantasei opere originali di Pablo Picasso. Le opere sono di varia natura, da litografie e  incisioni a ceramiche, tra le quali vi sono due importanti serie complete: le trentuno incisioni, all’acquaforte ed acquatinta allo zucchero, dell’Histoire Naturelle di Buffon (1942) e le cinque grandi litografie a colori della Barcelona Suite (1966), vera e propria sintesi del percorso del maestro Picasso. Le ceramiche – vasi, piatti, piastre di terracotta – riprendono i caldi colori delle coste del Mediterraneo.

Nelle sale espositive sono ospitate una documentazione fotografica e un video, “si tratta di riproduzioni tratte da celebri autori che hanno lavorato con Picasso dagli anni Quaranta ai Sessanta: da Robert Capa ad Henri Cartier-Bresson, da Herbert List a René Burri”. Vi sarà inoltre possibilità di prendere visione del celebre film Le Mystère Picasso (1955) di Henri-Georges Clouzot, uno dei pochi esempi di come Picasso riuscisse a trasmettere emozioni anche attraverso dichiarazioni poetiche.

L’esposizione ruota intorno la “formazione dello sguardo” degli artisti dinanzi ai paesaggi della Costa, belli da togliere il fiato, “intendendo quest’ultima quale intreccio inscindibile tra i valori dell’ambiente naturale e quelli segnati dall’intervento umano”.  Per questo motivo la mostra sarà occasione per ammirare altre quaranta opere pittoriche, grafiche e ceramiche di importanti artisti che hanno percorso la costa salernitana, provenienti da Musei Provinciali e da collezioni private: dal “trascendente Maurits Cornelis Escher ad Oskar Kokoschka, dalle raffinatezze cromatiche di Han Harloff all’espressività arroventata di Ivan Zagoruiko, fino ai paesaggi verticali di Manfredi Nicoletti; dalla ceramica del periodo tedesco di Richard Dölker, Irene Kowaliska, Bab Hannasch all’innovazione plastica di Guido Gambone e Salvatore e Giosuè Procida, alla multiforme esperienza creativa di Ugo Marano, da un maestro dell’incisione europea come Peter Willburger ai protagonisti dell’arte attuale Peter Ruta e Mimmo Paladino.

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